La città italiana come spazio letterario nel contesto mediterraneo (1990-2015)


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Dal punto di vista spazio-letterario le città del Bel Paese si palesano, nell’ultimo venticinquennio, come entità estremamente fluide per quel che concerne l’identità, la cultura e persino lo stesso territorio materialmente inteso. Sono sempre più osmotiche, anche se talvolta forzatamente, verso i movimenti di persone e di idee provenienti dal Sud europeo e mediterraneo. Stando così le cose, l’Italia si pone, o è posta, come lo spazio di discussione tra il Nord e il Sud dell’Europa e i Paesi dell’intero bacino del Mediterraneo, uno spazio che, più di ogni altro, vive gli scontri, i dissensi in cui i dialoghi si tramutano, in questi anni, in arringhe appassionate dei nuovi nazionalismi in crescita esponenziale. Uno stato di cose simile, di tensione perenne, si riflette inevitabilmente sullo spazio urbano, che vive il crampo della conurbazione e del campanilismo. Ciò, però, non significa affatto che lo spazio letterario italiano nel suo contesto mediterraneo sia stato reso instabile al punto da risultare sfuggente a uno sguardo critico. Piuttosto, esso è mutevole nel più fecondo dei modi: la pluridecennale crisi che ormai lo caratterizza pare fungere da catalizzatore nella percezione di sé di quello spazio come avamposto del Sud e del Mediterraneo a cospetto dell’Europa settentrionale, nel ruolo complesso dell’ottavo nano del G8 e, al contempo, del Paese leader, malgré lui, di un Sud europeo in rapida espansione.

Curatore: A cura di Srećko Jurišić, Antonela Marić, Nikica Mihaljević e Katarina Dalmatin

Anno: 2018

Pagine: 131

Isbn: 978-88-7667-715-1

Edizione:

Collana: Civiltà italiana

Numero Collana: 25