Salvatore Claudio Sgroi

Scrivere per gli italiani nell’Italia post-unitaria


37.00

Sono qui proposti undici saggi che hanno come tema portante l’italiano scritto di autori otto-novecenteschi, di diversa estrazione culturale e linguistica, per lo più in prima istanza dialettofoni e/o dialettografi: Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Ercole Patti, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino; tutti scrittori per i quali, fatta eccezione per il toscano Dino Campana, l’uso della lingua nazionale ha costituito uno storico problema risolto con esiti diversi e con diversa consapevolezza teorica.
Un’occasione, dunque, per osservare in prospettiva linguistica opere di grande valore letterario – da Scurpiddu a L’amica delle mogli, dai Canti Orfici a Il bell’Antonio, passando per Il Gattopardo e Un bellissimo novembre – per analizzare, in un’ottica descrittivista, la stratificazione della lingua scritta nei suoi vari livelli (grafia, fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testo, ecc.) e nelle sue diverse varietà (di italiano letterario, medio, regionale, popolare, di mistilinguismo, ecc.), non di rado allo specchio con le giustificazioni teoriche e auto-analisi delle scelte dei vari autori.

Autore: Salvatore Claudio Sgroi

Anno: 2013

Pagine: 472

Isbn: 978-88-7667-430-3

Edizione:

Collana: Linguistica e critica letteraria

Numero Collana: 14