Ronald de Rooy

«Il poeta che parla ai poeti»


35.00

Enorme e svariata è l’influenza che la persona e l’opera di Dante Alighieri hanno esercitato sulla cultura, sulla lingua e sulla letteratura del Novecento. Dante è indubbiamente uno dei pochi scrittori (come Omero, Shakespeare e Goethe) ad aver influenzato fortemente la scrittura e il pensiero del Novecento. E Dante continua a sorprendere, continua ad apparire e a farsi citare nella prosa letteraria, nella poesia, ma anche in circostanze e contesti a prima vista molto lontani dal mondo del grande fiorentino.
In questo volume l’autore si propone di fare un’esplorazione del variegato panorama delle presenze e tracce dantesche nella poesia italiana e anglosassone della seconda metà del Novecento, soffermandosi in particolare su alcune delle voci poetiche più significative di questi due universi culturali e letterari e cercando di incorporare nella ricerca l’interazione tra la ricezione di Dante nella cultura italiana e in quella anglosassone. Più in particolare segue le variegate presenze e tracce di Dante nell’opera di quattro grandi poeti italiani, Giorgio Caproni, Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, nell’opera del poeta irlandese Seamus Heaney, in quella del poeta caribico Derek Walcott, e nelle traduzioni da parte di poeti americani come Richard Wilbur e Robert Pinsky.

Sottotitolo: Elementi danteschi nella poesia italiana ed anglosassone del secondo Novecento

Autore: Ronald de Rooy

Anno: 2003

Pagine: 281

Isbn: 978-88-7667-163-0

Edizione:

Collana: Strumenti di letteratura italiana

Numero Collana: 9