Leonardo Bellomo

Dalla «Rinunzia» alla Crusca al romanzo neoclassico


30.00

Il volume si propone di individuare divergenze e tratti di continuità fra la lingua utilizzata da Alessandro Verri nel Caffè, rivista fondato dai membri dell’Accademia dei Pugni pubblicata in fascicoli tra il 1764 e il 1766, e nel suo romanzo neoclassico, Notti Romane; opera dalla lunga gestazione rimasta incompiuta dopo ben tre stesure.
Il tragitto compiuto dalla prosa di Alessandro Verri dagli anni Sessanta del Settecento agli Ottanta e Novanta, arco temporale che separa le due opere, si muove infatti  lungo due direttrici, distinte, ma, allo stesso tempo, parallele e complementari. L’una conduce ad una selezione più accurata del materiale verbale, l’altra alla ricerca di soluzioni che garantiscano un registro più elevato; insomma, ad una pratica epurativa, di adeguamento alla norma tradizionale dell’italiano, infranta nei primi scritti, si affianca una spinta verso i piani alti del canone letterario.
A mostrare il cambiamento stilistico e linguistico condotto dal Verri sono i tre capitoli del saggio critico, ben suddivisi in aree grammaticali – fonomorfologia e microsintassi, sintassi della frase semplice e lessico – ognuna delle quali mostra chiaramente quanto profonde siano le divergenze tra la prima e la seconda produzione dell’autore. A un assetto vario e composito, aperto a forme e modi antiquati e caratterizzato da un vocabolario di stampo illuminista, europeo, talvolta tecnico, tipico della lingua del Caffè, si contrappone lo stile culto, il repertorio lessicologico tradizionale, aulico, nobilitante, antirealistico, passato al vaglio delle autorità lessicografiche, proprio delle Notti Romane.
Accanto alle divergenze l’autore indaga anche le continuità tra i due testi, che si giocano tutte a livello di sintassi del periodo. Ridotto carico ipotattico, andamento progressivo, semplicità distributiva e predilezione per le connessioni di tipo implicito caratterizzano entrambi i componimenti. In questo ambito, insomma, il rinnovamento linguistico settecentesco, fondato sul desiderio di allargare il proprio pubblico e di rivolgersi in primo luogo ai contemporanei, si mostra indifferente ai discrimini di genere e di poetica.

Sottotitolo: La lingua di Alessandro Verri in Caffè e Notti Romane

Autore: Leonardo Bellomo

Anno: 2013

Pagine: 390

Isbn: 978-88-7667-453-2

Edizione:

Collana: Strumenti di linguistica italiana

Numero Collana: 9